Normalmente le tipologie di intervento che si devono attuare per il recupero e la salvaguardia di un esemplare arboreo sono le seguenti:

1) Potatura

2) Consolidamento

3) Trattamenti fitosanitari

4) Rigenerazione degli apparati radicali

Ognuno di questi interventi è intimamente legato agli altri, vale a dire che nessuno di questi interventi può risanare da solo un esemplare arboreo in condizioni fisiologiche, patologiche e strutturali carenti. Questa, che può sembrare una affermazione ovvia, il più delle volte è invece misconosciuta, tanto che spesso si pensa che la potatura sia il rimedio a tutti i mali di una pianta vetusta o che sia sufficiente diminuire i rischi meccanici per garantire all’esemplare la vita per i secoli a venire. Rari sono invece i casi in cui solo uno o alcuni di questi fattori devono essere considerati per garantire una adeguata vitalità e una sufficiente sicurezza meccanica dell’esemplare. Ciò è naturale se si considera che una pianta è un’entità vivente composta da più parti (apparato radicale, fusto e chioma) in stretta correlazione fra loro per espletare funzioni di assorbimento di elementi semplici, di produzione e immagazzinamento energia, di elaborazione di sostanze costitutive con funzioni meccaniche e metaboliche ed in grado di relazionare tra loro in qualsiasi momento per conoscere cosa sta avvenendo negli altri settori e reagire ed operare di conseguenza (rapporti chioma radice mediante scambio di messaggio ormonali). Per questi motivi – accentuati spesso anche dalla vetustà degli esemplari e dalla maggiore sensibilità ad agenti eziologici di danno sia abiotici che biotici - il più delle volte è necessario agire a più livelli e in tempi successivi per fare sì che la pianta stessa sia messa nelle condizioni migliori per recuperare e continuare a vivere per altri lunghi anni senza costituire pericolo per l’utenza. Anche questo è un fattore di importanza decisiva per affrontare in maniera corretta il recupero di un esemplare arboreo.
IMM_1L’uomo non deve sostituirsi alla pianta, ma deve fare in modo che la pianta sia messa in condizioni “ambientali” tali da poter reagire nel miglior modo possibile alle disfunzioni e agli stress che si sono accumulati nel tempo e che gli hanno impedito di esprimere al meglio le sue potenzialità.
In pratica la funzione dell’intervento umano è quella di riuscire ad invertire la spirale del deperimento innescando una spirale virtuosa in cui la pianta abbia la possibilità di rigenerare sostanze di riserva anziché utilizzare quelle prodotte negli anni precedenti. Questo tipo di intervento è certamente il più difficile da attuare poiché richiede un monitoraggio costante dello stato sanitario e meccanico della pianta ed un continuo aggiornamento degli interventi da effettuare per mantenere la pianta in buone condizioni fisiologiche, biologiche e strutturali. Richiede cioè un enorme dispendio di energia, superiore certamente a quello che la stessa pianta avrebbe utilizzato per mantenersi in condizioni ambientali favorevoli.
Le tipologie di intervento sugli alberi possono essere riassunte in 15 grandi categorie:

Potatura di rimonda;
Potatura di alleggerimento;
Potatura di selezione;
Potatura di riduzione;
Potatura di ricostruzione;
Cura delle ferite;
Consolidamento branche;
Consolidamento fusto;
Trattamenti al fusto;
Trattamenti al terreno;
Trattamenti in chioma;
Eliminazione;
Fresatura della ceppaia;
Sostituzione;
Analisi fitopatologia strutturale;

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